In un solo anno, gli adolescenti che usano eroina sono passati dall’1% al 2%, mentre quelli che fumano cannabis sono aumentati dal 22% al 27%. Lo dice il CNR [cf. Panorama].

Statisticamente, lo scostamento è di straordinaria evidenza. Eroina: più 100%. Cannabis: più 23%. I dati demoliscono la religione della droga leggera e confermano quanto don Mazzi ha detto in un’intervista a Famiglia Cristiana: «non esiste nessuna distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti», aggiungendo che «è ora di smetterla di prendere in giro i giovani e diffondere messaggi che costituiscono una vera e propria cultura contro la vita».

Non siamo qui a raccontare l’ennesima deriva degli adolescenti, che equivale, per gli adulti, a dichiarare la resa educativa, ma siamo qui a dire, con papa Francesco al Giubileo dei ragazzi, che «la minaccia principale per crescere bene è che nessuno si preoccupa di te, ti lascia in disparte». Occorre dunque, «avere il coraggio di alzarsi, di lasciarci alzare dalla mano” che “viene da amici, genitori» [Vatican.va], dagli adulti per età o maturità, insomma. E gli adulti siamo noi.

Anzitutto, per dare un aiuto competente, occorre capire la situazione, che può essere crudamente riassunta così: tra gli adolescenti si è affermata la cultura della droga, dell’alcol e dello sballo come parte integrante del divertimento e del tempo libero; il loro universo è pieno di messaggi favorevoli alla cultura dell’evasione attraverso sostanze. Gli esempi sono decine: episodi, interviste, canzoni. Eccone alcuni, che non vogliono condannare i loro protagonisti, che possono sempre cambiare, ma evidenziare l’aria mefitica che gli adolescenti respirano quotidianamente nella solitudine dei loro smartphone. Miley Cyrus e Lady Gaga, star musicali planetarie, fumano una canna sul palco [cf. Optimagazine e Vanity Fair]; Justin Bieber, altra star planetaria, la fuma in aereo [cf. Cosmopolitan]. In Italia, la quasi totalità del mondo hip-hop sostiene o non disapprova contenuti analoghi a quelli che Clementino canta nel suo brano «Fumo»: «21 come lettere nell’alfabeto, 21 il giorno di Dicembre che son nato, 21 se li sommi è perfetto consumo, 21 come le canne che fumo. Si te piac ‘o sound te piac ‘a Ganjaa» [qui il testo completo].

Questo clima di aberrante normalità sta anche sterilizzando gli investimenti pubblici ed i programmi di prevenzione nelle scuole, che nemmeno servirebbero nella misura attuale, se i riferimenti culturali degli adolescenti iniziassero a remare nella stessa direzione delle Istituzioni. Non basta che lo Stato, il Ministero, la Regione, la Scuola, la Chiesa, la Famiglia dicano di non drogarsi: lo devono dire anche i leader culturali, musicali, mass-mediali, cui, per il quieto vivere o per insipienza generazionale, stiamo dando la possibilità di amplificare all’infinito, anche in casa nostra, idee che andrebbero contrastate o quantomeno criticate con decisione. Invece regna il silenzio della notte sull’oceano, mentre i nostri adolescenti, in viaggio-premio sul Titanic, sentono l’orchestrina suonare allegri motivetti, preparandosi all’appuntamento con l’iceberg. E gli adulti, nella lontana e sicura banchina del porto, si complimentano tra sé e sé del viaggio regalato ai loro figli.


© Marco Brusati
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