Per far fonte all'invecchiamento della popolazione giapponese e per lasciare spazio ai giovani, il professor Yusuke Narita dell'Università di Yale (Connecticut-USA) ha suggerito ai suoi vecchi il «seppuku»: in sostanza, un suicidio di massa.
Ha poi rincarato la dose dicendo che l'eutanasia potrebbe pure diventare obbligatoria. Naturalmente, una notizia del genere poteva essere relegata tra quelle strampalate che ogni tanto vengono fuori anche dai migliori cervelli; poteva essere, per così dire, messa da parte e dimenticata, ma non è stato così, perché ha fatto il giro del mondo. Ed è questo giro del mondo il fatto interessante, non la solita provocazione che se non riguarda il sesso riguarda la morte, i consunti concetti di Eros e Thanatos.
Per fare il giro del mondo una notizia deve superare il setaccio mediale di chi decide cosa passa e cosa non passa. Non passano, per esempio, i massacri in Nigeria, giusto per fare un esempio. Passano invece queste idee: siamo maltusianamente troppi sul pianeta, i vecchi costano troppo, i bilanci statali languono e qualcosa bisogna pur fare per risolvere il problema. Lo si capisce da come è mediamente presentata la notizia: parlando di proposta-shock, di sconcerto provocato dall'idea, si aggiunge che in Giappone ci sono un sacco di vecchi e che hanno il debito pubblico più alto al mondo.
Ribadisco: se un'idea non deve passare, non la vedete sui canali di comunicazione mainstream di tutto il mondo.
Un assaggio di quello che si sta culturalmente arando nelle coscienze era già arrivato all'ultimo festival del cinema di Cannes, con il film Plan 75 di cui ho già scritto, e la cui trama è questa: «in un prossimo futuro in Giappone, il programma Plan 75 del governo incoraggia gli anziani a sottoporsi volontariamente all'eutanasia come rimedio per una società invecchiata. Un'anziana donna i cui mezzi di sopravvivenza scompaiono, un pragmatico venditore del Plan 75 e un giovane operaio filippino affrontano scelte di vita o di morte» [My Movies]. Anche qui si parla di eutanasia di anziani, si segna anche l'età (75 anni), si parla di incoraggiamento al suicidio attraverso incentivi economici e, guarda a caso, si ambienta il tutto in Giappone.
Una finestra di Overton si è aperta. In altre parole: è stato inclinato il piano che va dall'eutanasia come scelta, all'eutanasia come consiglio, all'eutanasia come bene sociale, all'eutanasia come obbligo morale fino all'eutanasia come obbligo giuridico, come suggerisce anche il professore di Yale [cf. Ansa]. Ed è un piano inclinato ben insaponato e scivoloso. E non è un'idea strampalata buttata li per dire qualcosa. Almeno questa lezione, l'abbiamo imparata?
© Marco Brusati
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