Per un evento musicale, credo che 7 note siano il massimo consentito: anche a rischio di non essere esaustivo, provo comunque un'analisi dell'episodio sanremese che ha visto protagonista il giovane artista Blanco che ha devastato i fiori del palco e altri accessori. Parlo e scrivo dell'episodio, del fenomeno e non della persona.

Prima nota: che sia vera la scena di Blanco che spacca tutto o che sia costruita per dare spettacolo poco cambia; nella nostra vita onlife, ma soprattutto in quella dei giovanissimi, la realtà è rappresentazione e la rappresentazione è realtà. La distinzione è roba da boomer. L'episodio c'è stato e va preso per vero, fosse anche solo verosimile. Si può vedere il video cliccando sull'icona sottostante.

Seconda nota: che si alzi il pubblico, in sala o a casa, a condannare il gesto è un atto dovuto quando si pensa che spaccare tutto non sia una cosa da fare; e lo pensa la stragrande maggioranza della gente.

Terza nota: che l'anziano (anche se eterno-ragazzo) Morandi pulisca il palco e il giovane dica di essersi divertito a spaccare tutto è una non-cercata metafora della subalternità del mondo adulto privato di ogni afflato normativo e regolativo, che sistema i guai senza chiedersi più di tanto il perché, pronto a ripulire i residui di ogni divertimento, lecito o non lecito che sia. 

Quarta nota: che il nostro giovane cantante, oltre a devastare il palco, abbia toccato e strattonato i musicisti, uno in particolare quasi facendolo cadere, aggiunge un elemento da non ignorare perché non si è trattato 'solo' di cose ma di 'persone', peraltro in posizione di subalternità e che al gioco ci devono stare.

Quinta nota: La Repubblica titolava pochi giorni fa, il 15 gennaio: «Bullismo e atti vandalici, l'alert del ministero: la scuola sempre più violenta», e sottotitolava: «L'evidenza in un report del ministero dell'Istruzione: nell'ultimo triennio boom di episodi spia di un disagio crescente e trasversale, dalle elementari alle superiori. Crescono le sospensioni, i bassi voti in condotta, i casi in cui i docenti sono costretti a chiedere aiuto ai servizi sociali, agli psicologi o alla polizia».

Sesta nota: spacco tutto e metto le mani addosso al mio amico (ma per ridere, eh!, mica sul serio...) è un comportamento condannato (senza se e senza ma) per esempio nella scuola, mentre è tollerato e privo di conseguenze se non è un comune adolescente a metterlo in atto. Anzi, ha fatto pure un servizio aumentando gli engagements, come dimostra il fatto che anch'io ne sto parlando. Tuttavia, ragionando in questo modo, si contribuisce ad aumentare il valore economico dei prodotti mediali nello stesso momento in cui si abbassa il loro valore sociale.

Settima nota: in questa gabbia culturale in cui tutti ci siamo messi e dalla quale dovremo prima o poi uscire, se dei ragazzini sono tentati di riprendersi mentre rompono o devastano qualcosa o bullizzano un amico più debole (ma per ridere, eh!, mica sul serio...) con la finalità di avere un momento di gloria, fama, successo o like, che si fa? Si sorride e si sdrammatizza anche in questo caso?

© Marco Brusati
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