Sembra un controsenso: un hamburger vegano che ha il sapore di carne umana. Eppure il video promozionale dell'hamburger prodotto dal marchio alimentare svedese Oumph! insiste su immagini che evocano l'utilizzo di carne (umana), mentre rassicura che si tratta di sostanze vegetali.

Lo si può vedere cliccando l'icona sottostante.

Su questa dissonanza di comunicazione sensoriale si basa l'atto creativo, che è stato premiato al Festival Cannes Lions, recentemente concluso. 

La cosa, francamente, va a toccare il Grande Tabù, il cannibalismo. Se fosse una delle tante pubblicità che esagerano un po' per far parlare di sé, non sarebbe granché importante, ma il gioco creativo si fa pesante quando si comunica che «la ricetta è stata realizzata al 100% sulla base delle testimonianze di veri cannibali», con tanto di citazioni. Quella del tedesco Armin Meiwes: «la carne umana ha il sapore di quella di maiale»; quella del giapponese Issei Sagawa: la carne umana «si scioglie in bocca come il tonno crudo»; quella dell'americano Alfred Parker: «la carne più tenera che abbia mai assaggiato». Il panino è stato offerto nel centro di Stoccolma la notte di Halloween, conclude il manifesto pubblicitario.

Seppur si tratti di un gioco pubblicitario con la finalità di mangiare vegetali, il tema affrontato non è un gioco e non è assente dal panorama mediale: come nel classico video «Bon apetit» di Kate Perry, che, ad oggi,  ha totalizzato oltre 1,2 miliardi di visualizzazioni solo su Youtube, in cui la cantante prima è preparata come cibo dai cuochi e servita a tavola, poi è lei stessa che si rappresenta a tavola con davanti una torta piena di parti di corpo umano. Lo si può vedere cliccando sull'icona sottostante, prestando particolare attenzione ai minuti 1'38'' e 4'11''.

Oppure nel discorso del professor Magnus Soderlung che al «Gastro Summit» di Stoccolma del 2019 suggeriva di «mangiare carne umana per combattere il cambiamento climatico» [New York Post]. Oppure nella serie per teenagers «Le terrificanti avventure di Sabrina» in cui si rappresenta un bambino mangiato dalla protagonista. In questa direzione va infine segnalato anche l'incipit del New York Post che, presentando in 'nostro' hamburger, si concede queste parole: «se mai avete avuto il desiderio di provare il sapore di carne umana, ora avete la possibilità...». Quindi può essere un desiderio quello di assaggiare carne umana, anche se sublimato dal vegetale? Non è più, il solo desiderio, una questione problematica? C'è da seguire la cosa e tenere dritta la barra del timone. Da tenere le antenne alzate, perché nulla avviene per caso.


© Marco Brusati
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