Un video che sta facendo il giro della rete «mostra l’ultimo abbraccio della mamma Martina Patti con la figlia Elena Del Pozzo. La scena è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza dell’asilo, dove la madre era andata a prendere la piccola» [Open]. Come noto, la donna avrebbe poi confessato l'omicidio. 

Il video è stato ripreso anche dalle testate mainstream. Sono certo che sia legale che un documento di questo genere venga dato in pasto al mondo nel bel mezzo delle indagini. Certo è che non aggiunge e non toglie nulla alla terribile vicenda: semmai aggiunge una botta emotiva di cui i buoni hanno bisogno per sentirsi migliori.

Ma quale rispetto per la piccola Elena? Ce lo stiamo chiedendo? Se l'obiettivo sono le nostre emozioni, allora tutto fa brodo e non c'è più nulla di opportuno o inopportuno, giusto o ingiusto, buono o cattivo. C'è solo la nostra autoreferenzialità di animali emotivi alla ricerca di una lacrima in più che stenta ad uscire da cuori sempre più induriti; cuori resi sempre più apatici da dosi massicce di emozioni provocate da chi per mestiere ha bisogno della nostra attenzione, che, sappiamo, ha un valore di mercato.

Siamo di fronte ad un'occasione persa per mettere un freno al voyerismo mediale che non risparmia nulla e nessuno, nemmeno i bambini morti ammazzati. E non è la prima volta.

Per rispetto alla piccola Elena, non ho visto il video. E la foto di copertina che ho scelto, un total-black, è il velo che dovrebbe scendere su questa vicenda che ha già detto tutto e che, avendo come vittima una bambina di 4 anni, andrebbe affidata per un verso alla discrezione degli inquirenti e per l'altro alla Misericordia di Dio, senza ulteriori spettacolarizzazioni.

Lasciate stare la piccola Elena, almeno ora. Lasciatela riposare in pace.


© Marco Brusati
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