L'artista si chiama Trap God e ha pubblicato un paio di album tra il 2018 e il 2020. Pochi ufficialmente ammettono di conoscerlo, ma moltissimi lo ascoltano come dimostra il fatto che il primo lavoro, con una bestemmia come titolo.

È stato in cima alle classifica di Spotify-viral, ovvero il sistema di ascolto gratuito presente negli smartphone dei giovanissimi ed è presente sulle principali piattaforme digitali globali: Amazon (1° album), Apple Music, Deezer, Tidal, oltre a Spotify (1° e 2° album).  Andiamo ad analizzare il contenuto del progetto artistico suddividendone le citazioni* per macro-temi: come sempre, parliamo di contenuti, ferma restando la possibilità che un artista possa cambiare la strada creativa che sta percorrendo.

Stupri e incesti
Non servono parole di commento, quando ascoltiamo: «il mio hobby è lo stupro»; «ho stuprato un’anziana»; «sto stuprando le mie sorelle»; «mia sorella si fa di eroina la sco*o con tutti i miei amici»; «ho pensieri sessuali su mamma». Dopo queste parole, può solo cadere un silenzio di vergogna, anche per chi si ostina a credere che le cose si risolvano da sole.

Deep-web, sesso e minori
In un passaggio, l’artista parrebbe raccontare di immagini di sesso minorile su un dispositivo [«Sharp», ndr]: «pu**anelle nel mio Sharp (…) minorenni pornostar senza stare su YouPorn»; in un altro passaggio, canta che «dalla scena del deep web, okay, ho pensieri da pazzi, okay, sto filmando ste bimbe, okay mentre succhi**o ca**i, ay (brrrah)».  Certo, sappiamo che la parola «bimbe» potrebbe significare «ragazze» e non «bambine», ma cosa vuol dire che i filmati pornografici di «bimbe» vengono «dalla scena del deep-web», dove si trova quello che la pornografia «legale» non può offrire sul web ordinario?

Sexting
Sono diverse le volgarità a sfondo sessuale di cui non è possibile dar conto: rilevo solo uno dei passaggi più crudi  sul sexting«la mia prof non mi dice mai niente. Ho le foto di lei seminuda. Sa che se dice qualcosa la foto in un'ora si gira la scuola. E poi un'altra scuola uh. (…). E poi si suicida che ca**o mi frega»: qui è descritto l'atto persecutorio dal punto di vista di chi lo compie con tragiche conseguenze per la donna. 

Bestemmie e Satana
Il progetto artistico si connota anche per le ripetute bestemmie contro Dio e la Madonna. Va rilevato che il primo album che aveva come titolo «P***», una bestemmia, è ripreso senza censura sui canali web e le piattaforme di diffusione musicale. Parallelamente, l’artista talvolta si identifica con satana quando canta: «sono l’anti Cristo». «triplo 6 è il mio numero (chiamami)»; oppure quando titola un brano «666»; come noto, 666 [o triplo 6] è il numero rappresentativo del demonio.

Droga (e bambini)
La droga e le sostanze dopanti ad uso ricreativo inclusi i medicinali rappresentano un tema portante e non saltuario, come dimostrano le decine di frasi a riguardo: «a mia madre piace la coca»; «sto vendendo crack»; «prendo 14 Valium»; «ho appena preso 2 Xanax»; «ho la merce del mio boss dentro il cofano del Suv»; «4 grammi nel mio blunt [grossa canna ndr]», «sono fatto di anestetici»; «guido in MD» [sotto effetto di metanfetamina ndr]; «flexo se mi va, sennò, fan**lo, mi drogo»; «cocaina in corpo sfondo il blocco della pula» [la polizia, ndr]; «droga nelle calze»; «amo la coca con tutto il mio cuore»; «MD, shaboo» [metanfetamine, ndr]; «spaccio droga davanti a Brumotti»; «soldi, droga, tr**e nella tasca ketamina»; «hey l’eroina mi guida»; «uh meno male che ho coca»; «spaccio crack sotto casa dei Migos»; «ho tutte le droghe possibili, ho preso gli antidepressivi»; «amo pippare, con la cocaina sto bene»; «Kili su Kili, ho 7 tipi di anfetamine»; «fumo erba, vado K.O.»; «questa DMT mi risveglia, pineale sedata» [la Dimetiltriptamina o DMT, agisce sulla ghiandola pineale, facendo perdere all'individuo la concezione del tempo e dello spazio pur rimanendo cosciente, ndr]. In più, in questo progetto artistico si ha il coinvolgimento di bambini nella scena narrativa legata alla droga. Quattro citazioni fanno più di un indizio: «Instagram con mio figlio mentre la sto pippando» [faccio una foto mentre tiro di coca, ndr]; «vendevo coca all’asilo»; «mia figlia che piange le do un grammo di anfetamina»; «do coca ai miei cugini piccoli». 

Armi (e bambini) 
Il linguaggio particolarmente brutale è un'altra caratteristica sostanziale di questo progetto artistico. Per farsi un’idea del repertorio, ecco alcune citazioni: «ho il mitra sotto il divano, il primo che sbaglia p*** [bestemmia, ndr], gli mitraglio il cranio del c***o; sono il nuovo führer»; ho un fucile a pompa»; «in famiglia stanno festeggiando, io prendo il Bazooka e gli sparo»; «armi per la ganga [la gang, ndr], patti con la mafia»; «armi vere dentro il mio garage; il mio ghetto sembra Černobyl', con il mitra non mi serve il pass»; «ferro [pistola, arma, ndr] sotto il letto per chi viene a trovarmi, 9 buchi in testa e mi faccio i domiciliari ok». Anche in questo caso il coinvolgimento di bambini nella scena narrativa porta questo progetto Trap oltre gli altri già presenti sul mercato: «metto coca nella pasta, uh, do la pistola ai bambini».

Parole contro il Papa 
In questo contesto verbale, è degna di evidenza anche le parole contro il Papa, con tanto di bestemmia annessa: «ho un proiettile pronto per ficcarlo in testa a quel p*** [bestemmia, ndr] di papa». Si tratta di una minaccia di morte, dentro un contesto artistico e rappresentativo?

Note di metodo e di merito
Fatta questa carrellata dimostrativa del progetto, ci sono alcune note di metodo e di merito da fare.

Alcuni commentatori citano frasi del repertorio rap e hip-hop per dimostrare che ci sono dei precedenti analoghi come il testo di «Kill You» di Eminem; si tratta di una giustificazione fragile per tre ragioni: la prima è che il tempo non sana la gravità della violenza verbale; la seconda è che dal 2005, anno della maturità dello smartphone, questi messaggi artistici arrivano nelle playlist di ragazzini sempre più bambini che non hanno la maturità per analizzarli criticamente, soprattutto perché adulti a fianco non ce ne sono abbastanza; la terza è che risulta singolare vedere i critici del passato dogmatico, retrogrado e costrittore spostarsi su posizioni tradizionaliste, appoggiandosi al passato per motivare il presente. 

Altri commentatori, poi, sostengono che il successo in rete di questo tipo di progetto derivi dall'ascolto ironico, non dettato dal consenso ai contenuti, ma dal desiderio di riderci sopra o dalla curiosità di vedere fin dove uno si spinge; a mio avviso non fa alcuna differenza se un adolescente ascolti prodotti come questo perché ne condivide i contenuti o perché vuole riderci sopra con gli amici: le parole formano il pensiero, come brillantemente insegnano i sostenitori della lingua politically correct che stanno vietando o autorizzando alcune parole piuttosto che altre.

Inoltre, l'Artista ha dichiarato che «tali contenuti sono unicamente a scopo artistico. Non rifare a casa, non prendere sul serio” [Rolling Stones]; inoltre, ha detto che «i testi sono talmente esagerati che è impossibile prenderli sul serio» [Arena Philosophika].

Come sostengo da sempre, questi lavori musicali vanno presi terribilmente sul serio perché, per primi ed in maniera straordinariamente efficace, aprono strade nuove nell'immaginario come uno sherpa culturale, iniziando percorsi che possono trasformare l’inaccettabile in accettabile per abitudine, per noia o perché così fan tutti. La finestra di Overton spiega bene come avviene questo processo di rovesciamento del sentimento verso un'idea inizialmente inaccettabile. Non possiamo dire di non sapere.


 *Le citazioni sono prese dai testi dei seguenti brani, cui occorre riferirsi; si tratta di link esterni e che approdano al sito Genius: «A mia madre piace la coca», «Suv», «Bronx», «P**** Rolex»; «Fatti sullo Yatch», «Instagram con mio figlio»; «Dio è di Milano»; «666»; «Para pippar la bamba»; «Audi»; «Kili su Kili»; «Mio nonno ha l’alzheimer»; «All gang sh*t». Attenzione: i testi contengono insulti, bestemmie e materiale potenzialmente offensivo delle sensibilità personali.


 
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