In silenzio si pensa meglio

Il Garante per la privacy «ha avviato un'indagine sulle App che usano il microfono dello smartphone per registrare la voce degli utenti e vendere le informazioni a scopo pubblicitario».

Tale procedimento è stato attivato «in seguito al servizio trasmesso da Striscia la notizia il 27 settembre e realizzato da Marco Camisani Calzolari. Con un esperimento è stato dimostrato che alcune App utilizzano il microfono dello smartphone all'insaputa dell'utente per registrare le parole pronunciate. Se, ad esempio, viene espresso il desiderio di acquistare un'automobile, dopo qualche ora iniziano ad apparire inserzioni pubblicitarie di automobili su Facebook, Instagram o YouTube» [Punto informatico]. È possibile vedere il servizio televisivo cliccando sull'icona sottostante.

In vicende come questa in via di verifica, le vite di bambini e minori appaiono in tutta la loro fragilità mediale. Anche il solo sospetto che siano spiati da un orecchio digitale mentre parlano tra loro  non credo piaccia nemmeno ai più spinti sostenitori della digital deregulation. Tuttavia, anche senza arrivare a tanto,  essi sono già monitorati nelle loro attività mediali a seguito di consensi dati senza troppo leggere le condizioni o capirne le conseguenze. 

Al contrario sento sempre più spesso genitori dirsi rispettosi della privacy dei figli preadolescenti, adolescenti o persino bambini, il che rischia di tradursi nella creazione di una zona franca digitale da cui sono esclusi proprio i primari soggetti educanti. 

Per dirla in una battuta, gli smartphone, con tutte le relative App, non di rado 'conoscono' i figli più dei genitori, perché li 'curano' 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 tramite algoritmi che ne identificano comportamenti, gusti, atteggiamenti, preferenze di ogni tipo, anche affettive e relazionali, andando a monitorare, tra l'altro, chat e messaggi, posizione, siti visitati, cronologia della ricerca, video guardati, foto caricate, documenti sui cloud, pubblicità cliccate, dispositivi usati e via dicendo [Internet casa].  L'obiettivo 'social' è conoscere l'utenza per confezionare offerte di prodotti e servizi cuciti su misura. Attorno al singolo, si crea così  un’enorme bolla di conferma delle proprie abitudini e convinzioni, buone o cattive che siano, che nei giovanissimi limita le possibilità di cambiamento e sviluppo e, in ultima analisi, l'esercizio della libertà. Uscirne da soli è difficilissimo, se non impossibile, senza adulti competenti al fianco che ne capiscano la sfida epocale e senza il sostegno di una nuova ed urgente normativa sistemica capace di proteggere e sostenere le famiglie nella crescita dei più piccoli.


© Marco Brusati
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